Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio Verde: Quadrifoglio Rampante!
Quando da un anno a questa parte fu svelata la versione di punta, la Quadrifoglio Verde, noi della Scuderia di San Martino di Bareggio fummo fra i primissimi a toccarla con mano ed ora che l’abbiamo incontrata in più occasioni ve la raccontiamo a modo nostro.
Giugno 2016
L’attesa era frenetica più di qualsiasi altro modello Alfa Romeo degli ultimi anni, non tanto per il nome romantico che deriva dall’evoluzione della Giulietta che con il nome Romeo ha da sempre avuto, per questioni di letteratura, una notevole affinità ma per il ritorno della trazione posteriore, tanto rimpianta dagli alfisti di razza, su un’auto a larga diffusione. La linea dunque non ha alcun riferimento alla Giulia del 1962 e si presenta molto semplice e filante ed è stata disegnata senza farne mistero per piacere anche a chi fin’ora ha scelto berline teutoniche. Nonostante questo la tipica impronta Alfa Romeo è sempre presente, in particolar modo nel frontale dove spicca l’immenso scudo tipico delle vetture di Arese. La versione della Giulia che fu svelata per la prima volta in pubblico è stata la versione super prestazionale denominata Quadrifoglio Verde in quanto è stata la prima ad essere concepita e tutte le modifiche che caratterizzano le versioni “civili” sono state apportate partendo appunto dal top di gamma. Un lavoro al contrario insomma, ma che la dice davvero lunga sulle doti dinamiche delle versioni “standard”.
La Giulia Quadrifoglio Verde si presenta quindi con una linea a 3 volumi e 4 porte dove nella zona dei passaruota anteriori presenta sfoghi per motore e freni mentre in coda troviamo un estrattore scortato da 4 bei cannoni. Il paraurti anteriore ospita un’ala in carbonio che in funzione della velocità cambia angolo per migliorare la deportanza innescata dai flussi d’aria che passano sotto il fondo piatto della vettura. Sempre in carbonio sono il cofano anteriore dotato di apposite prese d’aria, quello posteriore ed il tetto, oltre allo spoiler ed alle minigonne. Il carbonio non si ferma qui, perfino l’albero di trasmissione è realizzato con questo materiale andando a vantaggio della riduzione di peso che ferma l’ago della bilancia a quota 1524 kg, un valore eccellente in considerazione di una lunghezza di 4,64 m. La Giulia vanta inoltre un cx straordinario, pari a 0.32, il migliore della categoria, un bilanciamento dei pesi perfetto di 50/50 ed un rapporto peso potenza di soli 2,988 kg/cv. E’ ovvio che siamo davanti a qualcosa di veramente straordinario che fin’ora in questo segmento non si era ancora visto. Ma non finisce qui, siamo ancora all’inizio. Il telaio è in alluminio per fornire leggerezza ed una risposta torsionale molto intuitiva, quest’ultima caratteristica impossibile da ottenere con il carbonio. Le sospensioni anteriori sono dei quadrilateri con braccio fisso superiore e braccio oscillante inferiore dove l’asse di sterzo si aggancia al supporto superiore garantendo al guidatore una risposta perfetta in ogni frangente. Questo sistema battezzato sterzo semi virtuale offre gestibilità, reattività e sensibilità elevatissime.
Al posteriore invece troviamo un’evoluzione dello schema multilink a 4 bracci e ½ con un differenziale che grazie a 2 frizioni gestisce separatamente la coppia scaricata su ogni singola ruota garantendo così il massimo controllo del retrotreno. I freni di ampio diametro garantiscono spazi d’arresto da record, ma per gli incontentabili in opzione c’è un sofisticato sistema carboceramico. In un’epoca in cui i cambi sequenziali la fanno da padrone grazie alla rapidità di cambiata ed un minor affaticamento del pilota sulla Giulia Quadrifoglio c’è una gran bella sorpresa che farà esultare i nostalgici: un cambio manuale 6 rapporti a corsa corta, diretto e ben manovrabile. Ovviamente in un corredo così raffinato anche il cambio non poteva che avere le proprie chicche. Nei rapporti superiori si può cambiare senza togliere il piede dal gas per non scomporre troppo il retrotreno e nelle scalate fa la doppietta da solo. Ma gli alfisti “new age” non devono disperare, è disponibile anche un fulmineo cambio a doppia frizione e 8 rapporti utilizzabile sia in automatico sia in manuale che cambia in 100 ms tramite ampi paddles solidali al piantone. La plancia invece propone uno stile che seppur inedito porta inevitabilmente alla mente alcuni modelli Alfa degli anni 70. I materiali sono di ottima qualità ed i rivestimenti in pelle con cuciture rosse o bianco/verdi insieme al carbonio a vista donano una sensazione alquanto artigianale. Molto bello il display dell’infotainment che una volta spento nemmeno si nota sotto la grande palpebra del cruscotto. Scelta molto raffinata in un periodo dove il “tablet on dashboard” sembra essere un antiestetico must. Non manca il selettore per i settaggi di guida personalizzabili denominato DNA che ingloba la funzione che esclude ogni ausilio elettronico, a conferma che il progetto è genuino al 100%. E’ presente anche un super cervellone che gestisce ed ottimizza tutti i parametri dinamici della Giulia. La posizione di guida è perfetta, si poggia su sedili rigidi e trattenitivi ma che non minacciano la schiena, (volendo ci sono dei sedili più tecnici con guscio in carbonio) gambe ben distese e un volante verticale dal perfetto diametro e dotato di comandi ausiliari. Nella parte bassa della razza sinistra per noi ferraristi c’è un elemento che ci fa sentire a casa, il tasto per avviare il motore.
Il motore appunto. L’abbiamo voluto descrivere per ultimo, non solo per dar risalto alla raffinatissima ciclistica, ma perché merita un discorso a parte. E’ un V6 di 90° in alluminio di 2.9 l con due turbo che garantiscono una coppia costante di 600 Nm fra i 2500 ed i 5000 giri riducendo al minimo il turbo lag. Montato oltre l’asse anteriore è dotato di 24 valvole, di una robusta distribuzione a catena e sviluppa una potenza di 510 cv a 6500 giri permettendo alla Giulia Quadrifoglio di raggiungere i 100 km/h in 3,9 sec e di raggiungere una velocità massima di 307 km/h e grazie alla possibilità di disattivare 3 cilindri può percorrere 100 km con 8,5 l di benzina. Leggendo questi dati è facile intuire che questo inedito propulsore si posiziona al vertice dei 6 cilindri attuali rendendo la Giulia un’autentica divora asfalto capace di regalare sensazioni uniche. Ma a renderlo ancora più speciale c’è il fatto che, come il suono ci suggerisce, è stato progettato con i tecnici Ferrari, e la cosa non è affatto casuale. Infatti questo nuovo V6 in variante più performante equipaggerà la nuova Ferrari che tutti identificano con il nome Dino andando ad occupare una nuova nicchia di mercato tanto richiesta dai clienti di Maranello ed andrà inoltre ad abbassare la media delle emissioni inquinanti di tutta la gamma Ferrari. Ritornando alla Giulia, questa versione Quadrifoglio Verde all’atto pratico è una supercar di altissimo livello con un abito da berlina. Può sembrare paradossale, ma al cospetto di tanta superlativa tecnica unita a prestazioni elevatissime ed a una buona dose di fruibilità i 79 mila euro richiesti per la Quadrifoglio Verde più che una somma importante appaiono più come un’ottima offerta per portarsi a casa l’Alfa Romeo stradale più evoluta e prestazionale che la storia abbia mai conosciuto.
Flavio Paina