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La piccola Ferrari armata

Vi raccontiamo una storia alquanto particolare, propio per questa  affascinante. Flavio Paina si è cimentato in una ricerca di documentazione per oltre 6 mesi, ma quanto emerge rievoca il fasto di un tempo passato.

Febbraio 2016

Cinquantasette anni fa, nelle vie di Maranello, si aggirava una misteriosa piccola sportiva di colore blu piuttosto simile ad un’altrettanto piccola fuoriserie dell’epoca, la Fiat 1100/1200 coupé Pininfarina. La particolarità più curiosa di questa vettura era rappresentata dall’emblema posto al centro della griglia del radiatore in cui era raffigurata una mitraglietta, il che rendeva quest’auto difficilmente catalogabile. Era ovvio però, considerata la località, che dietro questa singolare vetturetta ci fosse lo zampino della Ferrari. Ma per capire cosa c’era dietro le quinte bisogna fare un flashback nel secondo dopoguerra.

Era il 1948 quando tre illustri italiani, Piero Beretta, presidente dell’omonima fabbrica di armi, Giuseppe Benelli, proprietario dell’industria motociclistica Benelli e Luigi Castelbarco, ex pilota Maserati, decisero di unire le loro forze e finanze per realizzare tre prototipi di vettura compatta ed economica per valutarne un’eventuale produzione in serie. Nacquero così 3 nuove BBC (acronimo dei tre cognomi degli ideatori) caratterizzate dalla linea a tre volumi, due porte e cinque posti con un frontale vagamente americaneggiante. La trazione era anteriore come il motore bicilindrico a V di 750 cc e 20 cv raffreddato ad aria e realizzato dalla Benelli. La difficoltà nel reperire l’acciaio dovuta alla impressionante richiesta del mercato dell’epoca impedì però la produzione in serie della BBC, così il progetto venne fermato e ad ognuno dei fondatori rimase il proprio prototipo.

Ritorniamo ora nel 1959 a Maranello dove uno straripante Enzo Ferrari in continua ascesa sta cercando nuovi proventi da investire nel mondo delle corse, così decide di unire l’utile al dilettevole. Da sempre appassionato anche di piccole “tutto sprint” lavora ad una piccola sportiva. Prende come base la Fiat 1100 coupé carrozzata Pininfarina e la rivisita con il suo staff tecnico. La carrozzeria viene modificata in particolar modo nelle fiancate e nel posteriore mentre con il benestare dell’avvocato Agnelli la testa del 4 cilindri 1100 Fiat viene riprogettata in Ferrari. Per ridurne il peso la cilindrata scende a 850 cc, le teste diventano “quasi quadre”  ed i cavalli salgono a quota 75 in luogo dei 49 originali. Viene anche studiata una soluzione da 973 cc, ma la potenza di questo propulsore risulterà inferiore e considerando il maggior peso questa soluzione verrà poi abbandonata. Nasce così questa nuova variante potenziata e personalizzata Ferrari, un piacevole coupé compatto dalla linea elegante che può ospitare fino a 4 persone e vantare prestazioni decisamente frizzanti per l’epoca puntando su caratteristiche semplici come trazione anteriore e cambio a 4 velocità.

La vettura “senza nome” viene quindi omologata ed usata regolarmente dai tecnici e da Enzo Ferrari. Era però necessario trovare un partner per commercializzare la vettura in quanto Ferrari aveva bisogno di un socio per condividere il progetto, in modo da dimezzarne i costi, che impiegasse il marchio in quanto Ferrari per ragioni d’immagine non poteva commercializzare a proprio nome vetture a larga diffusione. Il Drake conosceva molto bene la vicenda BBC e sapeva che a Piero Beretta era rimasta una certa voglia di creare un’automobile. L’idea inoltre permetteva di far esordire sul mercato automobilistico un noto marchio italiano dall’immagine forte. Proprio per questo Enzo Ferrari fece applicare sulla vettura il logo di una mitraglietta, per la precisione la silhouette si rifaceva  al modello della serie MAB 38 nella versione che la Beretta introdusse sul mercato nel 59. Quindi nel dicembre dello stesso anno Enzo Ferrari in una conferenza stampa all’interno della fabbrica di Maranello espresse l’idea di realizzare in joint venture una piccola auto sportiva con un socio da definirsi. Subito dopo Enzo invitò a Maranello Piero Beretta e gli mostrò il prototipo in questione, ma Beretta non se la sentì più di investire nell’automotive.

La mitraglietta quindi abbandonò la griglia del prototipo ed al suo posto, in attesa di eventuali sviluppi, fu applicata una ben più paciosa stella bianca. La vetturetta rimase quindi in forza alla Ferrari e fu la prima auto aziendale di un giovanissimo Mauro Forghieri. In seguito la vettura fu accantonata e probabilmente smantellata. Un vero peccato, oggi sarebbe stato un’esemplare unico dedito a concorsi d’eleganza e molto quotato, un modello dal fascino particolare come è ad esempio la Innocenti 186 GT, auto realizzata in collaborazione con Ferrari e mai deliberata ma tutt’ora esistente e funzionante. Il progetto della piccola Ferrari con la mitraglietta però non si fermò ed ebbe una notevole evoluzione avvalendosi del supporto tecnico di Giorgetto Giugiaro, Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini. Nel 1962 l’intero progetto venne venduto a Oronzio De Nora, industriale del settore dell’elettrochimica, che con a capo il figlio Niccolò fondò a Lambrate (MI) la Autocostruzioni Società per Azioni ed avvalendosi del supporto della Ferrari iniziò la produzione della ASA 1000 GT. Ma questa è un’altra storia.

Flavio Paina